ROBERTO CASTELLI
Cisano Bergamasco, 17 settembre 2023
Alla c.a. Segretario di Sezione di Cisano Bergamasco
Sig. Pietro Isacchi
Caro Segretario,
Ti scrivo una lettera che mai, dal 1987, anno della mia prima tessera della Lega avrei mai pensato di scrivere.
Umberto Bossi in me, come in te, ha risvegliato la coscienza sopita da troppi anni di retorica romano centrica.
Ci ha fatto capire che la storia per la quale l’Italia “schiava di Roma Iddio la creò” era una bugia per tenere succubi i popoli padani. Sì i popoli di quella Padania di cui nessuno ci aveva mai parlato.
Ha risvegliato in noi lo spirito che animò i Comuni che giurarono a Pontida, spirito sepolto in fondo ai nostri cuori ma non ancora morto.
Ha risvegliato in noi l’orgoglio di essere un popolo con profonde radici che si chiamano “cultura lavoro impegno sudore e sacrificio”.
Ci ha fatto comprendere che un’altra forma di Stato è possibile al di fuori del soffocante stato centralista di retaggio napoleonico.
Ci ha insegnato che esistono parole dimenticate come Autonomia, Federalismo, Indipendenza e Secessione, tutte diverse declinazioni di un unico fine: la Libertà per i popoli.
Da quasi quaranta anni ho combattuto e combatto per questi ideali a cui mai rinuncerò.
A fianco di Umberto Bossi ho lottato, gioito, sofferto, ho qualche volta vinto e troppe perso.
Insieme con quelli che venivano chiamati “Colonnelli”, ho tremato di fronte all’improvvisa malattia del “Capo”, ma con incrollabile fiducia abbiamo tenuto il partito, tenendo testa ai tanti sciacalli che davano per morte le nostre idee e i nostri ideali.
Ho assistito con sgomento alla” notte delle scope, “ che tanto male ci ha fatto.
Ma quella notte, così devastante per la Lega, non ha cancellato i nostri ideali e gli scopi della nostra lotta.
Ricordo che lo slogan del nuovo segretario Maroni era “prima il Nord”, ricordo che si definiva “barbaro sognante “dove il sogno era evidentemente la libertà per la Padania.
Malgrado mi fossi volontariamente ritirato dalle istituzioni per dar spazio a chi era più giovane di me, non ho mai smesso di credere nella causa e ho cercato di servire attraverso forme di impegno diverse ma, credo, altrettanto importanti.
Tra tutte, mi piace ricordare il mio impegno nel comitato promotore dei referendum del 22 ottobre 2017, che tante speranze avevano acceso nei nostri cuori.
Ebbene, devo dire che dopo di allora ho assistito con sgomento alla deriva centralista che Matteo Salvini forte della riconferma a Segretario ha impresso al partito.
E’ stato un crescendo: prima l’abolizione del nostro colore verde, simbolo di indipendenza, poi il ferreo ostracismo alle parole che ricordassero la Padania sostituito da “Prima gli italiani”.
Tutto per un fine politico? Un escamotage per perseguire magari per vie machiavelliche e traverse il primo articolo dello statuto della Lega Nord che definisce il partito “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”?
La nascita del nuovo partito ha poi tolto ogni dubbio: “Lega Salvini Premier “
La domanda è, con tutto il rispetto del Segretario: “abbiamo attraversato il deserto per la libertà dei Padani o per soddisfare l’ambizione di un singolo leader ?”
Sviato dall’effimero grande successo elettorale delle Europee, ha coltivato il sogno di diventare il nuovo condottiero, ma come Icaro ha osato troppo.
Ha commesso un esiziale, per lui, errore politico, e ha fatto cadere il Governo giallo-verde pensando di andare ad elezioni e all’incasso del consenso elettorale, mentre, era certo che mai e poi mai Mattarella avrebbe sciolto il Parlamento.
Ho sperato che alla luce del ridimensionamento elettorale, la Lega avrebbe fatto un esame di coscienza e sarebbe tornata a difendere il Nord ma ,invece, pare che l’ unica preoccupazione sia il Ponte sullo stretto, mentre le opere indispensabili al Nord o non si fanno, oppure, come la Pedemontana, dobbiamo pagarcele noi.
Certo, si è tornati dopo anni di totale silenzio a parlare di autonomia.
Purtroppo il disegno di legge che Calderoli ha presentato è irto di bizantinismi e di trappole.
D’altro canto, gli stessi parlamentari meridionali di Salvini premier hanno dichiarato di essere contro l’Autonomia e, con la maggioranza che c’è in Parlamento, essa non si farà, oppure passerà un testo che aggraverà il “Sacco del Nord”, accentuando il già intollerabile residuo fiscale.
Spero, pertanto, che non venga accettato un testo purchessia, al fine di presentare uno specchietto per le allodole per i tanti militanti che ancora credono nella Lega e poter dire che il fine dei referendum del 22 ottobre è stato raggiunto, dimostrando così che Salvini premier combatte per il Nord.
A questo punto mi si è posto un dilemma etico: continuare a stare in un partito che dei valori passati conserva solo la parola (ormai vuota) Lega e diventare complice di chi ha abbandonato il Nord o uscire e salvarmi l’anima?
La risposta, che mi ha fatto soffrire, poteva essere una sola.
Sinceri Saluti Padani
Roberto Castelli