COMUNICATO STAMPA Il travaso dell’Africa nell’Italia: la devastazione è in corso. Bisogna reagire.

Il travaso dell’Africa nell’Italia: la devastazione è in corso, e diciamo basta al buonismo suicida del politicamente corretto.

Il Governo Meloni, che ha vinto le elezioni sventolando la promessa del blocco navale, non riesce ad impedire l’invasione di immigrati dal continente africano. I numeri non mentono, non fanno politica. Eccoli: nel 2018 sono stati registrati 23 mila sbarchi, ma nel 2021 erano 68 mila, nel 2022 sono stati 106 mila, ora siamo solo in pieno agosto e siamo già a 103 mila, quindi questo 2023 si avvia ad essere l’anno record superando i dati già catastrofici dei governi di sinistra, o meglio, un annus horribilis che produrrà a cascata enormi conseguenze sociali.

Solo negli ultimi 3 anni abbiamo registrato circa 270 mila ingressi impropriamente detti clandestini, in quanto realizzati con il supporto delle ONG e con un atteggiamento di impotenza dei Governi italiani, che hanno rinunciato a difendere i nostri confini.

Siamo di fronte a un’invasione epocale, di popoli alieni alle nostre identità, alla nostra cultura e spesso alla nostra religione. Essi non soddisfano nemmeno la necessità di manodopera qualificata, perché la stragrande maggioranza non soddisfa le necessità di cultura professionale richiesta dalle nostre aziende.

Queste persone vanno sfamate, accudite, curate, istruite ma il risultato a medio termine è la devastazione del nostro tessuto sociale, con un impatto sulla scuola, sul sistema sanitario, sulle politiche abitative del tutto negativo senza contare il degrado dei quartieri e il disordine sociale nelle nostre periferie.  Il pensiero unico oggi dominante evita di porsi e porre un semplice problema: chi paga tutto ciò in termini economici e sociali? Ma soprattutto evita la domanda fondamentale: quanti possiamo accoglierne? Un milione? Dieci? Cinquanta?  Chi sacrifichiamo? I nostri figli? I nostri anziani? Le nostre famiglie? A che cosa è servito il lavoro delle generazioni che ci ha preceduto? Che futuro stiamo costruendo?

Ma a queste domande nessune risponde. Le uniche parole che risuona da sinistra sono “accoglienza, diritti” senza alcun confronto con la realtà.

“Cosa fare allora? – dichiara Roberto Castelli – Bisogna difenderci con tutta la forza che abbiamo e ripristinare innanzitutto la ragion del diritto internazionale, cioè il controllo dei confini. In secondo luogo bisogna definire precise politiche regionali a tutela della nostra identità e del nostro tessuto sociale ed economico. L’Autonomia serve, quella vera però.

Inutile pensare ai rimpatri, del tutto aleatori tra documenti inesistenti e Stati d’origine che non li rivogliono e, quindi, l’unica via è quella del ripristino dei decreti sicurezza varati dall’allora ministro Salvini con il contestuale varo di misure legislative che mettano al riparo organi di Stato e Governo dalle incursioni della magistratura militante di sinistra. E’ possibile? Sì è possibile.”

 

Ufficio Stampa: Francesca Losi, fl.editoria@gmail.com , 338 2868600